Veronesi… tuti mati!
di
David Conati
Con
David Conati
(voce narrante, chitarra, armonica)
Marco Pasetto
(voce, chitarra, clarinetto, sax, ocarina, ukulele)
Giordano Bruno Tedeschi
(voce, tromba pocket, euphonio, fisarmonica, percussioni)
Paolo Canova
(Supporto tecnico)
Spettacolo teatralmusicale sui Veronesi e la veronesità…
Veronesi… tuti mati è un progetto teatral musicale che prende spunto dal libro Veronesi (guida ai migliori difetti e peggiori virtù) pubblicato da David Conati per Sonda Editore nel 2007. Lo scopo è quello di raccontare o spiegare con un occhio ironico e divertito, pregi e difetti dei veronesi (dalle origini ai giorni nostri) nei quali gli autoctoni certamente si riconosceranno e cercando di farli apprezzare a chi veronese non è (ovvero se li conosci “non” li eviti).
Purtroppo sovente a causa di pochi l’intera comunità dei veronesi viene spesso messa alla berlina dai mass-media, che generalizza le problematiche gettando fango su tutti gli abitanti della città e della Provincia di Verona facendo di ogni erba un fascio; con questo spettacolo vogliamo far capire da dove nasce la follia, il perché del sangue “caldo”, l’essere e il fare tipici di chi è nato e ha vissuto in questa terra generosa ma difficile, parlare della cucina, delle bellezze, degli usi e costumi non per giustificare ma per far conoscere.
I veronesi sono sicuramente franchi, galli, celti, longobardi, un po’ veneti, austroungarici, germani e Cimbri con qualche goto ancora presente nel DNA.
Ospitali, certo, vista la moltitudine di popoli che sono passati da Verona, ma anche un po’ diffidenti probabilmente per la solita colpa di qualcuno che ne ha approfittato a scapito di tutti; e c’è chi per questo sostiene che i veronesi siano addirittura un po’ xenofobi.
Se di natura appaiono un po’ chiusi, introversi e a volte scontrosi, a conoscerli bene invece si scopre che sotto la dura scorza del montanaro, del pescatore del lago o del contadino, pulsa una leggera vena di follia.
Sarà per l’aria del Baldo, oppure per i temporali devastanti che arrivano dal Garda, o per la nebbia che confonde e disorienta o ancora per il livello variabile dell’Adige con cui da sempre hanno dovuto fare i conti.
E guardano passare la vita in riva al fiume, vendendo ai turisti le favole e tragedie che Verona ha ispirato, stretta nell’abbraccio dell’Adige, innamorato forse un po’ geloso che sembra voler dimostrare a tutti che ciò che stringe è suo e solo suo, anche se dal 2000 è diventato patrimonio di tutta l’Umanità.
I veronesi, seppure dimostrandolo poco, sono lo stesso consapevoli di tutto questo e ne vanno fieri, anca massa.